Le 13 decisioni che hanno cambiato la storia: Waterloo, 1815 🏰.

La storia della battaglia di Waterloo è un ottimo spunto per affrontare ancora una volta la questione delle “decisioni importanti” 💡.

Decisioni militari, come nel caso specifico di Napoleone a Waterloo 🎩, ma per metafora anche decisioni aziendali che ogni imprenditore, qualunque sia la taglia della sua impresa, si trova a prendere, ormai con quotidiana cadenza 📈.

Non interessa ai nostri fini la disquisizione terminologica fine a sé stessa.

D’altra parte, di definizioni di cosa sia e cosa non sia strategia ve ne sono tante 🤔.

Interessa invece l’utilità della distinzione all’imprenditore 💼.

Utilità che dovrebbe tradursi prima di tutto nel comprendere la portata e la natura delle conseguenze che quella decisione comporta 🔄.

Questa comprensione aiuterebbe, ad esempio, a:

🕒 Decidere quanto tempo dedicare al pensiero prima di passare alla decisione e all’azione;

💰 Decidere quanto tempo e risorse economiche dedicare all’analisi del contesto e delle controparti;

👂 Decidere se vale la pena ascoltare qualcun’altro, oltre a sé stesso;

👥 Decidere se vale la pena coinvolgere o meno un esperto, ad esempio un consulente.

Ai fini del nostro ragionamento, riteniamo utile prendere come riferimento la definizione di strategia di Bruce Greenwald e Judd Kahn nel loro “Competition Demystified”, Penguin, 2005 📚.

“In our view, strategic decisions are those whose results depend on the actions and reactions of other economic entities. Tactical decisions are ones that can be made in isolation and hinge largely on effective implementation.”

Le decisioni sono strategiche, dunque, se il loro risultato dipende, oltre che da una efficace implementazione di chi le assume, dalle azioni e dalle reazioni degli altri 👥.

Vediamo allora come la storia di Waterloo ci può ispirare in tal senso, incrociando la definizione di Greenwald e Kahn con una mirabile analisi fatta da Frank W. Meyers, analista militare, nel suo saggio del 1990 “Thirteen Critical Decisions at Waterloo” 🔍.

Sebbene la storia sia nota ai più, una sintetica definizione del contesto è necessaria.

Siamo nel 1815 e la vicenda si può dire copra un arco temporale di circa 4 mesi, dal 1° marzo 1815 (Napoleone fugge dal suo esilio all’Isola d’Elba e rientra in Francia) al 18 giugno (giorno della fatale sconfitta sul campo di battaglia di Waterloo) 📅.

Il 20 marzo 1815 Napoleone rientra in Francia e, sfruttando il suo carisma e la sua aurea di leggenda vivente, riesce a far presa su buona parte delle forze armate del Paese, consentendogli di reinstaurarsi Imperatore a discapito del fuggente Luigi XVIII 👑.

Il colpo di teatro terrorizza delle grandi potenze europee, oramai convinte di essersi messe alle spalle l’ingombrante presenza. La reazione delle stesse non tarda a farsi mancare, sicché Inghilterra, Prussia, Austria e Russia si organizzano immediatamente per un’offensiva militare che metta fine al tentativo di restaurazione ⚔️.

Waterloo, dunque, nasce nella testa di Napoleone come un’iniziativa di difesa da un attacco imminente da parte dei cosiddetti Alleati 🛡️.

Sul piano delle forze in campo, la situazione può essere sintetizzata in questo modo:

  • Numericamente, le forze francesi se la potevano giocare alla pari con le forze alleate solo se le stesse fossero state affrontate singolarmente;
  • Qualitativamente, le forze francesi erano potenzialmente superiori per esperienza, tecnica e coesione, data la loro provenienza da un percorso di “leva obbligatoria e strutturata” e non di milizia.

I tre grandi decision makers della vicenda, oltre a Napoleone, saranno il Duca di Wellington (a capo degli Inglesi) e il Generale Blucher, guida militare dei Prussiani 🎖️.

Vediamo dunque quali sono le 13 decisioni critiche individuate da Meyers.

  1. Di fronte agli alleati in avanzata, Napoleone scelse di prendere l’iniziativa e affrontare il nemico sul terreno di sua scelta (confine sud-ovest Belga-Francese) invece di difendersi attorno a Parigi;
  2. Napoleone decise di organizzare le sue forze in due ali e una forza di riserva. Le due ali furono assegnate al comando di Ney e Grouchy. L’organizzazione del complesso delle risorse umane a disposizione, invece, fu assegnata al Maresciallo Soult. La scelta di Napoleone fu ampiamente criticata. Nell’analisi degli storici, le nomine furono influenzate più da motivazioni politiche che da un’effettiva analisi delle competenze e delle esperienze nel ruolo. Queste decisioni portano inoltre a pensare che Napoleone abbia pensato si dall’inizio ad una conduzione della battaglia fortemente accentrata su sé stesso come decision maker sul campo, sopravalutando la propria capacità di compensare l’inesperienza dei suoi riporti con la sua leadership.
  3. Napoleone decise di puntare su un’azione progettata in modo rapido e da attuare in tempi brevi, per sfruttare l’effetto sorpresa, nel mentre che gli Alleati si apprestavano a “risvegliare” e riorganizzare le proprie forze armate sparse in diverse zone del centro-nord Europa.
  4. Napoleone pianificò di affrontare in modo diviso e sequenziale gli eserciti inglese e prussiano, facendo sì che ognuno si ritirasse verso le proprie linee di comunicazione.
  5. Napoleone decise di perseguire prioritariamente i Prussiani, in modo da incentivarne l’allontanamento della forse di Wellington e scongiurare eventuali ricongiungimenti successivi.
  6. Ottenuto un primo successo in tal senso, Napoleone decise di non procedere con un annientamento definitivo delle forze Prussiane, accontentandosi bensì di spingere tali forze alla fuga.
  7. Napoleone decide di perseguire contemporaneamente due obiettivi: affrontare Wellington e gli inglesi con due terzi delle sue forze (ala guidata da Ney), ma allo stesso tempo non rinunciare all’inseguimento dei Prussiani con il rimanente terzo (ala guidata da Grouchy).
  8. Napoleone decise di temporeggiare nella decisione di come impiegare l’ala di Grouchy nel grande giorno della battaglia: fino all’ultimo permase incertezza sul fatto di richiamare l’ala a supporto dell’attacco agli inglesi o di lasciare l’ala a guardare le spalle da un eventuale ritorno delle forze Prussiane.
  9. Il giorno della battaglia, 18 giugno 1815, decise di ritardare l’attacco fino a tarda mattinata, allo scopo di consentire l’asciugamento del terreno, reso difficilmente praticabile dal fango causato della grande quantità di pioggia dei giorni precedenti.
  10. Napoleone optò per un massiccio attacco frontale diretto invece di tentare di manovrare attorno al fianco di Wellington.
  11. Nonostante i segnali non confortanti che arrivavano dal campo, il pomeriggio del 18 giugno 1815 Napoleone decise di continuare la battaglia. Avrebbe potuto optare per uno “stop and go”, riprendendo la battaglia nel giorno successivo.
  12. Napoleone temporeggiò fino all’ultimo nell’impiegare sul campo e a supporto dello sconto con gli inglesi, le forze della Riserva. I fronti di debolezza da difendere erano molteplici e la decisione fu quella dell’utilizzo frammentato della Riserva su più fronti.
  13. Ad un passo da una sconfitta ormai certa, vi era ancora la possibilità di un ritiro, ma Napoleone optò per un tentativo di assalto decisivo in quel tardo pomeriggio, che fallì, portando a una catastrofica disfatta 💥.

Le tredici decisioni critiche possono essere analizzate, cercando di capire:

🤔 quali di essere possono essere considerate di tipo strategico nella logica proposta da Greenwald e Kahn;

🧐 quali di esse si possono considerare giuste a posteriori;

🔎 quali errori di valutazione del contesto o della controparte furono fatti.

Provate a farlo anche voi!

Vi aiuterà ad allenarvi nell’analizzare in modo oggettivo le decisioni che prendete ogni giorno, comprendere portata e potenziali conseguenze sulle controparti, consentendovi di mettere in campo il set di strumenti e risorse migliori per affrontarle.

Soprattutto quando l’esito delle nostre decisioni dipende anche da come agiranno o reagiranno gli altri, il successo o l’insuccesso passa anche per un gioco di probabilità. Tuttavia, proprio per questo motivo, è conveniente non aggiungere un ulteriore azzardo / scommessa approcciando tali decisioni in modo istintivo o casuale.

Riflettiamo sulle scelte fatte a Waterloo e traiamo ispirazione dalle scelte giuste e anche quelle sbagliate fatte dai grandi personaggi della Storia 📜🏰.

Incoraggiamo ogni imprenditore e imprenditrice a portare avanti questo metodo nella gestione delle proprie aziende e a unirsi a noi seguendo la pagina LinkedIn di TAB e la rubrica “Storia & Business” per ulteriori storie che ispirano e guidano il mondo del business 🌐👔.