📰 Sono numerose le notizie degli ultimi mesi che fanno riflettere sull’entità dirompente dei cambiamenti per l’economia e per la società che è lecito attendersi dagli sviluppi dell’Intelligenza Artificiale generativa. Il licenziamento di Sam Altman da OpenAI ed il suo ingresso in Microsoft. La “rivolta” dei dipendenti di OpenAI contro tale licenziamento ed il conseguente reintegro. L’impressionante crescita di Nvidia, il maggiore produttore di semiconduttori ad uso dell’AI. Le mosse di Microsoft, che ha una partnership con OpenAI e che sta entrando sempre più sia nella partita della produzione di chip per l’AI, sia nello sviluppo di propri Large Multimodal Model (LMM) in grado di combinare le capacità della comprensione del linguaggio, della computer vision e del riconoscimento dell’audio in un unico modello. I tentativi delle autorità, come il Parlamento Europeo, di sottoporre gli sviluppi dell’AI ad una qualche forma di regolamentazione, timorosi che la situazione possa sfuggire di mano se lasciata solo nel dominio dei privati.
💣Corporations, governanti, mercati. La massima attenzione e la frenesia dei movimenti di ogni attore sono indicatori chiari di un sentire comune: la portata delle novità che saranno introdotte nei nostri sistemi dall’applicazione dell’AI generativa potrebbe equivalere ad una nuova rivoluzione. Al pari, o forse più, di quello che abbiamo vissuto con l’avvento di internet, dell’e-commerce, del cloud computing e degli smartphone.
🏙️Nessuno oggi è in grado di valutare l’orizzonte cui potrà tendere questo stravolgimento. Ciò che è certo è che, diversamente da quello che molti pensano, il cambiamento non toccherà solo le attività contraddistinte da una forte ripetitività. Saranno interessate anche attività maggiormente qualificate, aventi un elevato tasso di creatività, progettualità e valore aggiunto.
🏭Concentrandoci sulle aziende, le prime applicazioni documentate preludono alla creazione di un meccanismo di reciproca alimentazione tra cultura aziendale ed AI, con benefici in termini di efficienza organizzativa. Grazie all’interazione continua tra le due forme di intelligenza (quella umana e quella artificiale) si genererebbe la cosiddetta #CultureUseEffectiveness (CUE), attraverso cui i sistemi di #AI, beneficiando degli “insegnamenti” provenienti dalla cultura aziendale, andrebbero a migliorare l’efficacia dei team di lavoro e, in ultima istanza, la loro stessa cultura.
🖥️Oggi il potenziale dell’AI è avvertito principalmente dagli operatori big tech, che sentono odore di grandi opportunità. Ma, se pensiamo al lancio di ChatGPT e di altri chatbot come il momento simbolico in cui i riflettori di tutti si sono accesi sul tema dell’AI, in pochi mesi l’evoluzione delle attività, con l’incremento delle tecniche di automazione aziendale nelle imprese, è stata rapidissima. Cercare di riflettere su come potrà cambiare il contesto in cui le imprese opereranno appare quindi un esercizio opportuno.
🔬Per le aziende, possiamo ipotizzare almeno tre macro-ambiti di applicazione dell’AI: