Home Chi Siamo Contatti info@theadvisorybox.com Servizi Insights Case Study Visita la nostra pagina LinkedIn MENU +39 02 540 734 13 Fissa una Call

Il tennista che sopravvisse al Titanic e diventò campione:

la storia di resilienza, coraggio e talento di Richard Norris Williams.

Le origini

Richard Norris Williams nacque a Ginevra, in Svizzera, il 29 gennaio 1891. Suo padre, Charles Williams, un uomo d’affari americano, si era trasferito in Svizzera anni prima per motivi di salute.

Nel 1911, l’allora ventenne aveva già vinto il campionato di tennis singolare Swiss Open.

Nel 1912, il padre di Richard decise di tornare in America, in modo che il figlio Richard potesse frequentare Harvard e continuare la sua promettente carriera tennistica. Per farlo scelsero di imbarcarsi sul Titanic.

Il tragico viaggio

Era la sera del 10 aprile 1912 quando i due si imbarcarono sull’inaffondabile, nella fermata di Cherbourg (Francia).

Poco dopo che il Titanic colpì un iceberg alle 23:40 della tragica notte del 14 aprile 1912, Richard e suo padre si vestirono e lasciarono la loro cabina di prima classe sul ponte C. Inizialmente, non rendendosi conto della gravità della situazione, si diressero prima al bar della nave e poi alla palestra dove gli altri passeggeri si stavano radunando per riscaldarsi.

Lungo la strada superarono uno steward che cercava di aprire la porta di una cabina, in cui si trovava bloccata una donna in preda al panico. Williams, pensando di fare cosa buona e giusta, colpì ripetutamente a spallate la porta della cabina e alla fine la spalancò, salvo poi sentirsi dire dallo steward che sarebbe stato denunciato per aver danneggiato una proprietà della White Star Line. L’aneddoto ispirò più di 80 anni dopo James Cameron, che ne fece una scena del suo kolossal con Leonardo Di Caprio e Kate Winslet.

Con l’acqua che saliva, Richard e il padre lasciarono la palestra, scavalcarono la ringhiera e si gettarono in oceano aperto. Il padre di Richard, Charles Williams, fu uno dei numerosi passeggeri schiacciati dal primo dei quattro fumaioli della nave a cadere. L’onda creata dal fumaiolo travolse Richard Williams e lo spinse più lontano dalla nave che affondava.

Trovatosi sommerso dalle acque fredde dell’oceano, Richard si spogliò della pesante pelliccia che indossava e persino delle scarpe. Appena riprese il galleggiamento Richard vide a una ventina di metri di distanza qualcosa che galleggiava e inizio a nuotare verso di essa. Quel “qualcosa che galleggia” era una scialuppa di salvataggio pieghevole parzialmente assemblata. Dopo essersi aggrappato per un po’ di tempo al lato dell’imbarcazione semisommersa, riuscì a salire a bordo insieme a circa 30 altre persone, con l’acqua all’interno che arrivava fino alla vita. Successivamente furono trasferiti sulla scialuppa di salvataggio comandata dal quinto ufficiale del Titanic Harold Lowe. Quando la barca dell’ufficiale Lowe raccolse il gruppo di naufraghi di cui faceva parte Richard, solo undici di loro erano ancora vivi, tutti gli altri erano morti di freddo.

Tre ore dopo, Richard fu trasferito insieme agli altri sopravvissuti sulla nave di soccorso Carpathia. Dei 2240 passeggeri e membri dell’equipaggio a bordo del Titanic, solo 706 sopravvissero. Richard Williams fu uno dei pochi fortunati, ma era in cattive condizioni, entrambe le gambe erano state così colpite dal congelamento che il medico ufficiale del Carpathia gli disse che avrebbero dovuto essere amputate.

Il giovane Williams si rifiutò e le cronache scritte narrano che tale rifiuto fu accompagnato da una frase profetica: “Ne avrò bisogno”.

Nei successivi quattro giorni, prima che il Carpathia attraccasse a New York, ogni due ore Williams camminò intorno ai ponti fino a quando la circolazione tornò normale nelle sue gambe. Nel giro di poche settimane fu addirittura in grado di tornare di nuovo sui campi di tennis per riprendere gli allenamenti.

Incredibilmente, solo nove settimane dopo il disastro, con i pantaloni lunghi che nascondevano le gambe ancora gravemente scolorite, stava giocando nel torneo di tennis Longwood Bowl a Boston. Ancora più incredibile è il fatto che il suo avversario, Karl Howell Behr, fu anche lui un sopravvissuto al Titanic.

Il rivale

Sei anni più anziano di Williams, nato a New York, Behr era già una star del tennis quando si imbarcò sul Titanic. Fu finalista di singolare nel Campionato Nazionale degli Stati Uniti del 1906 (ora US Open) e, con Beals Wright, fu battuto dalla coppia australiana Norman Brookes e Tony Wilding nella finale di doppio di Wimbledon del 1907, un risultato che ribaltarono nella finale di Coppa Davis due settimane dopo.

Ma non era stato il tennis a portarlo sul Titanic. Fu l’amore. Behr, 27 anni, che di prima professione faceva l’avvocato nel settore bancario, stava corteggiando la ventenne Helen Monypeny Newsom, un’amica di sua sorella. La madre di Miss Newsom, Sarah, che aveva sposato Richard Beckwith dopo la morte del marito Logan Newsom, non era favorevole all’unione e aveva portato sua figlia in un viaggio in Europa per mettere una certa distanza tra lei e Behr. Imperturbabile, Behr inventò un viaggio d’affari in Germania, dove incontrò il gruppo Beckwith-Newsom e quando i Newsom prenotarono il viaggio di ritorno negli Stati Uniti sul Titanic, fece lo stesso. Aveva una cabina sul ponte C; i Newsom ne avevano due sul ponte D, vicino al punto in cui l’iceberg colpì la nave. Sia Behr che la signorina Newsom si salvarono e poi si sposarono rimanendo insieme per 36 anni fino alla morte di Behr nel 1949, all’età di 64 anni 🕊️.

Si racconta che Williams riconobbe Behr sul ponte del Carpathia, ma i due non parlarono. Il loro primo vero incontro fu sui campi da tennis del Longwood Challenge, solo nove settimane dopo il disastro. Il più giovane e atletico Williams vinse i primi due set 6-0 9-7 prima che l’esperto Behr lo logorasse, finendo per vincere i successivi tre 6-2 6-1 6-4.

Si sarebbero incontrati di nuovo nei quarti di finale degli US Nationals del 1914, questa volta Williams vinse 6-2 6-2 7-5. La partita segnò l’inizio della fine della carriera di Behr. Si ritirò dopo una sconfitta al primo turno nei Campionati Nazionali statunitensi del 1919. Behr è stato inserito nella International Tennis Hall of Fame nel 1969.

Da sopravvissuto a campione

La carriera di Williams, nel frattempo, prese il volo. Vinse il singolare maschile dei Campionati Nazionali statunitensi nel 1914, e di nuovo nel 1916 e il doppio nel 1925 e nel 1926, così come il doppio di Wimbledon nel 1920 e, con Hazel Hotchkiss Wightman, il doppio misto alle Olimpiadi di Parigi del 1924. Fece anche parte della squadra statunitense cinque volte vincitrice della Coppa Davis e si classificò tra i primi 10 giocatori di singolare del mondo, tra il 1912-14 e il 1919-23.

Combatté la Prima guerra mondiale, in Francia, ed fu insignito del Chevalier de la Legion d’Honneur e della Croix de Guerre.

Williams divenne successivamente un banchiere d’investimento di successo e per 22 anni fu presidente della Historical Society of Pennsylvania. Inserito nella International Tennis Hall of Fame nel 1957, morì nel giugno 1968, all’età di 77 anni.

Pare che il giornalista del New York Times, Al Danzig, scrisse di lui che, nei suoi giorni migliori, era imbattibile sotto tutti i punti di vista, colpendo sempre con coraggio, sempre per vincere, non sapendo cosa significasse temporeggiare.

Cosa possiamo imparare dalla storia di Richard Williams

Il racconto di Richard Williams, sopravvissuto al disastro del Titanic e tennista di successo, offre preziose lezioni per gli imprenditori moderni, che oggi potrebbero finire sotto l’etichetta di “resilienza”: non arrendersi mai, anche di fronte alle avversità più estreme, adattarsi rapidamente ai cambiamenti e alle nuove circostanze, comportarsi con coraggio e prendere decisioni difficili in momenti di crisi.

Il Tennista campione del Titanic giocava ogni punto senza paura, letteralmente come chi gioca sapendo che potrebbe anche non avere un domani.

The Advisory Box s.r.l Via Salvo d’Acquisto 12 20060 Pozzuolo Martesana (MI) Italia
Tel: 02 540 734 13 Email: info@theadvisorybox.com
P.IVA 02334290505 - CAP SOC 100.000€
Privacy Policy Quality Policy Cookie Policy Codice Etico