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Dai Van der Beurse a Wall Street:

Storia dei mercati azionari

I mercati azionari che oggi conosciamo – 

New York, Parigi, Londra, Milano, Francoforte, Hong Kong, Shanghai, Tokyo – e i giganti che li gestiscono – tra i quali NYSE, Euronext – rappresentano l’ultima evoluzione della finanza aziendale, oggi completamente disancorata dai luoghi fisici delle negoziazioni che un tempo li caratterizzavano, sorpassati da sofisticati sistemi di gestione digitale di miliardi di transazioni senza confini geografici. Questi luoghi, che noi comunemente chiamiamo “Borse” e che in molte città hanno lasciato spazio a luoghi dedicati alla cultura, all’intrattenimento (come nel caso di Bruxelles o Anversa), e in altre continuano a mantenere un valore fortemente simbolico del potere finanziario del Paese in cui si trovano (Wall Street in primis), trovano la loro origine, anche etimologica, nel laborioso, coraggioso e creativo mondo imprenditoriale tardo medievale. Per risalire alle origini del concetto e del nome dobbiamo infatti tornare indietro di secoli, fino alla Bruges tardo medievale, un crocevia di culture, merci e innovazioni finanziarie.

Bruges: il cuore della finanza medievale

Nel tardo Medioevo, Bruges era una delle città più prospere d’Europa, grazie alla sua posizione strategica e ai suoi collegamenti marittimi  con il Mediterraneo  e il Baltico. Questa città delle Fiandre settentrionali divenne un punto nevralgico per il commercio internazionale, grazie anche al declino delle fiere annuali della Champagne  e all’aumento dei costi di trasporto via terra. Gli italiani, che dominavano il commercio nel Mediterraneo, cercavano nuovi mercati per le loro merci  e trovavano in Bruges un collegamento ideale con l’Europa settentrionale. 

Nonostante il fiorente commercio, la maggior parte dei cittadini di Bruges non partecipava direttamente a queste attività. Erano gli albergatori locali  a giocare un ruolo cruciale . Questi professionisti non si limitavano a offrire alloggio e pasti ai mercanti stranieri; fornivano spazi per lo stoccaggio delle merci  e, cosa ancora più importante, diventavano intermediari tra i mercanti, facilitando la comunicazione e gli scambi . A quel tempo, non esistevano ancora listini ufficiali di borsa , quindi gli albergatori raccoglievano e diffondevano informazioni sull’economia locale e sui mercati esteri, rendendo possibile il commercio a lunga distanza.

La famiglia dei Van der Beurse

Una delle famiglie di albergatori più rispettate e influenti di Bruges era la famiglia Van der Beurse. Già nel XIII secolo, questa famiglia gestiva un’osteria chiamata Ter Beurse, che si trovava sulla piazza principale della città, di seguito denominata il Beursplein. Questa piazza divenne ben presto il centro commerciale e finanziario di Bruges. Ogni giorno, mercanti provenienti da tutta Europa  si radunavano lì per discutere di affari, scambiarsi cambiali e merci, e condividere preziose informazioni commerciali.

A partire dal 1370, i tassi di cambio di varie città iniziarono a essere pubblicati regolarmente nella Beursplein, e dal 1400 anche i tassi delle principali città commerciali e bancarie d’Europa, come Venezia, Barcellona , Londra  e Parigi. La piazza attirava notai  e cambiavalute, che aprivano i loro uffici per facilitare le transazioni. Inoltre, le nazioni straniere che commerciavano a Bruges stabilivano lì le loro “case nazionali”, che fungevano da consolati, sale riunioni e magazzini. Ad esempio, i veneziani aprirono una casa nazionale già nel 1322, seguiti dai genovesi nel 1397 e dai fiorentini nel XV secolo. 

La famiglia Van der Beurse giocò un ruolo così centrale che il nome della loro osteria e della piazza antistante divennero sinonimi di borsa valori  in diverse lingue. Il loro stemma, che raffigurava tre borse  (o “beurzen” in fiammingo) piene di monete, divenne simbolo del commercio finanziario. Sebbene l’origine del termine “borsa”  si riferisse alla piazza e non specificamente all’osteria, l’associazione con la famiglia Van der Beurse fu decisiva nel cementare il legame tra il luogo e il concetto di mercato finanziario.

Il declino di Bruges e lo sviluppo di altre piazze finanziarie in Europa

Con il passare del tempo, la centralità di Bruges iniziò a declinare, e il centro finanziario si spostò ad Anversa. Tuttavia, il modello sviluppato a Bruges, con il Beursplein come fulcro delle attività commerciali, fu replicato in altre città europee. Anversa stessa vide la nascita di una “nuova beurs” e, da lì, il termine si diffuse in Olanda, Francia , Italia , Spagna, Germania  e persino in Inghilterra.

Nel XVI secolo, l’idea di un mercato regolamentato e centralizzato prese piede in tutta Europa. A Lione , Bordeaux, Siviglia, Francoforte  e Londra  sorsero borse valori ispirate al modello belga-olandese, che aveva già visto una rapida evoluzione. Le borse non erano solo luoghi di scambio di merci e cambiali, ma anche di contrattazione su strumenti finanziari più complessi, come le obbligazioni di debito pubblico. Tuttavia, mancava ancora un ingrediente fondamentale per far nascere la borsa valori moderna: la compravendita di partecipazioni in imprese commerciali, ovvero le azioni.

La spinta decisiva: la nascita della società commerciale a responsabilità limitata a partecipazione diffusa

Questo cambiamento avvenne nel 1602, con la fondazione della Compagnia delle Indie Orientali Olandesi . Ad Amsterdam, gli investitori cominciarono a scambiarsi non solo merci, ma anche quote di partecipazione nelle spedizioni verso le Indie Orientali. La novità stava nella possibilità di possedere una parte della compagnia stessa, piuttosto che finanziare un singolo viaggio. Questo concetto portò alla nascita della società per azioni  e, di conseguenza, a costituire il presupposto essenziale della borsa moderna. 

L’innovazione olandese si diffuse rapidamente in Inghilterra, dove la Royal Stock Exchange divenne il centro delle attività finanziarie. Tuttavia, a Londra non esisteva un luogo dedicato esclusivamente allo scambio di azioni. Le trattative si svolgevano nelle caffetterie, con la Jonathan Coffee House che divenne il primo vero mercato azionario della città . Nel 1698, i commercianti trasferirono le loro attività nella Royal Stock Exchange, dando vita al primo mercato azionario istituzionale dell’Inghilterra.

Il Trasferimento del Potere Finanziario a Wall Street

Mentre l’Europa sviluppava i suoi mercati finanziari, nel Nuovo Mondo  avveniva un fatto apparentemente insignificante: nel 1653, alcuni pellegrini costruirono una palizzata difensiva  in una piccola stazione di posta che divenne poi New York. Quella strada fu chiamata Wall Street. Un secolo più tardi, Wall Street si trasformò nel centro commerciale della città, ospitando le prime riunioni di mercanti sotto un grande platano, il Buttonwood Tree. 

Nel 1792, un gruppo di mercanti firmò il Buttonwood Agreement, creando quello che sarebbe diventato il New York Stock Exchange (NYSE). Da quel momento, Wall Street divenne il cuore del sistema finanziario americano, crescendo insieme allo sviluppo tecnologico e infrastrutturale del Paese. 

Nel XIX secolo, l’invenzione del telegrafo  e la costruzione della rete ferroviaria coast to coast  furono finanziate dai capitali raccolti a Wall Street. La città di New York si affermò come il centro finanziario degli Stati Uniti, superando gradualmente le altre borse regionali.

Il XX secolo vide la consacrazione di Wall Street  come capitale finanziaria globale. Dopo la Prima Guerra Mondiale, con la crescita dell’industria americana e l’espansione dei consumi, il NYSE divenne il mercato azionario più importante al mondo.

L’eredità di questa storia

Oggi, i mercati azionari continuano a essere il fulcro del sistema economico globale. Tuttavia, quel legame con l’economia reale, così chiaro e naturale nella prima formazione dei mercati azionari, si è oggi un po’ perso a causa di una eccessiva iper-finanziarizzazione dell’economia. Ma il legame con l’economia reale, con un buon business sottostante, con una buona impresa, un buon settore  e buon management  rappresentano la parte “sana” e affascinante di un’istituzione  che ha consentito e tutt’oggi consente agli uomini e alle donne di business di realizzare progetti di investimento ambiziosi  e rischiosi  che in alcun modo si potrebbero realizzare se non con il ricorso ad un capitale di rischio ampio, diffuso, negoziabile  e desideroso di crescere, come quello che i mercati azionari consentono di intercettare.

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