Il mondo economico ed industriale è in continua evoluzione e la pandemia ha impattato fortemente sulle dinamiche interne accelerando trend già  in atto.

Le tematiche green e digitalizzazione sono oggi considerate sinonimi di sviluppo industriale e futura ripresa economica. Per i prossimi anni, rappresentano paradigmi industriali comuni a tutte le filiere e soprattutto determinanti per raccogliere e soddisfare le preferenze dei consumatori.

Parliamo delle competenze 4.0. Per la ripresa economica del sistema economico italiano, le aziende dovranno affrontare la sfida della quarta rivoluzione industriale, la “Industry 4.0“, che riguarda la totale automazione ed interconnessione del rapporto uomo-macchina. L’obiettivo della rivoluzione in atto è quello di migliorare le condizioni di lavoro, creare nuovi modelli di business e aumentare la produttività e la qualità  produttiva degli impianti attraverso l’introduzione di nuovi strumenti, tecnologie abilitanti e di nuovi software per la gestione di dati e macchine.

Diventa quindi fondamentale adeguare la forza lavoro delle aziende al cambiamento in atto, in modo tale da raggiunger un vantaggio competitivo su larga scala per fronteggiare la pressione sempre più insistente di competitors esterni.

Per questo motivo, le aziende dovrebbero interrogarsi sulla capacità  di aggiornamento e di adattamento delle proprie risorse ad affrontare questa rivoluzione tecnologica.

Secondo il rapporto di Assolombarda “La ricerca delle competenze 4.0“, le figure professionali rilevanti per l’Industry 4.0 sono categorizzate in 3 macroaree:

La posta in gioco è alta, e la necessità  di adattarsi alle dinamiche 4.0 è prioritaria.

Industria 4.0 si, ma deve essere green. Infatti, sempre più consumatori ricercano prodotti personalizzati, ponendo una particolare attenzione anche al tema della sostenibilità  ambientale.

Le scelte di consumo quindi si indirizzano verso prodotti o servizi definiti “green”.

I temi green non sono più semplicemente legati al controllo delle emissioni dei processi produttivi, ma coinvolgono maggiormente dinamiche di gestione della catena logistica, di riduzione di sprechi, di creazione di processi digitali ottimizzati.

Canali multipli, esperienza di consumo coerente e replicabile. Emerge con prepotenza il concetto di omnicanalità , dato che i consumatori finali tendono a scegliere il canale di vendita che più soddisfa le esigenze “tailor-made” e di customizzazione. La mancata presenza su un determinato canale può potenzialmente avere un impatto negativo, portando il consumatore ad acquistare da un altro fornitore.

Industria 4.0, green e omnicanalità , tutto insieme in un’unica epoca densa di cambiamenti. Possiamo quindi ben comprendere l’impatto rilevante che questa rivoluzione avrà  nei prossimi anni su molteplici componenti dei settori produttivi.

Da questa prospettiva, le aziende, indipendentemente dalla loro dimensione, devono avere la capacità  ed il coraggio di investire nel 4.0 per adeguarsi ed affrontare positivamente questo cambiamento. La forza lavoro dovrà  essere adeguata e formata all’introduzione delle nuove tecnologie, come IoT, Cloud Manufacturing, Blockchain e Big Data per evitare conseguenze di “skills shortage” o gap di competenze. La struttura organizzativa, le strategie di vendita, e la produzione saranno i primi aspetti coinvolti e quindi da essere ripensati, in ottica tecnologica e green. I sistemi di produzione dovranno diventare maggiormente scalabili e flessibili alle risposte del mercato.

Il panorama imprenditoriali italiano, così come quello europeo, si trova quindi davanti al bivio della ripresa economico post-Covid: le aziende portano la responsabilità  di guidare la ripresa economica sulla base delle scelte che affronteranno per rispondere allo scenario competitivo futuro. 

Riccardo Cima

Export Specialist