La storia della battaglia di Waterloo è un ottimo spunto per affrontare ancora una volta la questione delle âdecisioni importantiâ đĄ.
Decisioni militari, come nel caso specifico di Napoleone a Waterloo đŠ, ma per metafora anche decisioni aziendali che ogni imprenditore, qualunque sia la taglia della sua impresa, si trova a prendere, ormai con quotidiana cadenza đ.
Non interessa ai nostri fini la disquisizione terminologica fine a sĂŠ stessa.
Dâaltra parte, di definizioni di cosa sia e cosa non sia strategia ve ne sono tante đ¤.
Interessa invece lâutilitĂ della distinzione allâimprenditore đź.
UtilitĂ che dovrebbe tradursi prima di tutto nel comprendere la portata e la natura delle conseguenze che quella decisione comporta đ.
Questa comprensione aiuterebbe, ad esempio, a:
đ Decidere quanto tempo dedicare al pensiero prima di passare alla decisione e allâazione;
đ° Decidere quanto tempo e risorse economiche dedicare allâanalisi del contesto e delle controparti;
đ Decidere se vale la pena ascoltare qualcunâaltro, oltre a sĂŠ stesso;
đĽ Decidere se vale la pena coinvolgere o meno un esperto, ad esempio un consulente.
Ai fini del nostro ragionamento, riteniamo utile prendere come riferimento la definizione di strategia di Bruce Greenwald e Judd Kahn nel loro âCompetition Demystifiedâ, Penguin, 2005 đ.
âIn our view, strategic decisions are those whose results depend on the actions and reactions of other economic entities. Tactical decisions are ones that can be made in isolation and hinge largely on effective implementation.â
Le decisioni sono strategiche, dunque, se il loro risultato dipende, oltre che da una efficace implementazione di chi le assume, dalle azioni e dalle reazioni degli altri đĽ.
Vediamo allora come la storia di Waterloo ci può ispirare in tal senso, incrociando la definizione di Greenwald e Kahn con una mirabile analisi fatta da Frank W. Meyers, analista militare, nel suo saggio del 1990 âThirteen Critical Decisions at Waterlooâ đ.
Sebbene la storia sia nota ai piÚ, una sintetica definizione del contesto è necessaria.
Siamo nel 1815 e la vicenda si può dire copra un arco temporale di circa 4 mesi, dal 1° marzo 1815 (Napoleone fugge dal suo esilio allâIsola dâElba e rientra in Francia) al 18 giugno (giorno della fatale sconfitta sul campo di battaglia di Waterloo) đ .
Il 20 marzo 1815 Napoleone rientra in Francia e, sfruttando il suo carisma e la sua aurea di leggenda vivente, riesce a far presa su buona parte delle forze armate del Paese, consentendogli di reinstaurarsi Imperatore a discapito del fuggente Luigi XVIII đ.
Il colpo di teatro terrorizza delle grandi potenze europee, oramai convinte di essersi messe alle spalle lâingombrante presenza. La reazione delle stesse non tarda a farsi mancare, sicchĂŠ Inghilterra, Prussia, Austria e Russia si organizzano immediatamente per unâoffensiva militare che metta fine al tentativo di restaurazione âď¸.
Waterloo, dunque, nasce nella testa di Napoleone come unâiniziativa di difesa da un attacco imminente da parte dei cosiddetti Alleati đĄď¸.
Sul piano delle forze in campo, la situazione può essere sintetizzata in questo modo:
I tre grandi decision makers della vicenda, oltre a Napoleone, saranno il Duca di Wellington (a capo degli Inglesi) e il Generale Blucher, guida militare dei Prussiani đď¸.
Vediamo dunque quali sono le 13 decisioni critiche individuate da Meyers.
Le tredici decisioni critiche possono essere analizzate, cercando di capire:
đ¤ quali di essere possono essere considerate di tipo strategico nella logica proposta da Greenwald e Kahn;
đ§ quali di esse si possono considerare giuste a posteriori;
đ quali errori di valutazione del contesto o della controparte furono fatti.
Provate a farlo anche voi!
Vi aiuterĂ ad allenarvi nellâanalizzare in modo oggettivo le decisioni che prendete ogni giorno, comprendere portata e potenziali conseguenze sulle controparti, consentendovi di mettere in campo il set di strumenti e risorse migliori per affrontarle.
Soprattutto quando lâesito delle nostre decisioni dipende anche da come agiranno o reagiranno gli altri, il successo o lâinsuccesso passa anche per un gioco di probabilitĂ . Tuttavia, proprio per questo motivo, è conveniente non aggiungere un ulteriore azzardo / scommessa approcciando tali decisioni in modo istintivo o casuale.
Riflettiamo sulle scelte fatte a Waterloo e traiamo ispirazione dalle scelte giuste e anche quelle sbagliate fatte dai grandi personaggi della Storia đđ°.
Incoraggiamo ogni imprenditore e imprenditrice a portare avanti questo metodo nella gestione delle proprie aziende e a unirsi a noi seguendo la pagina LinkedIn di TAB e la rubrica “Storia & Business” per ulteriori storie che ispirano e guidano il mondo del business đđ.