Un’inflazione alta e non prevista impatta su ogni tipo di asset, aziende incluse.
Ma non tutte le aziende sono impattate al solito modo. In generale, poche aziende ne beneficiano, molte riescono a rimanere neutrali e la maggior parte ne subisce effetti negativi. Sempre in generale si è solito dire che chi ne beneficia è chi è maggiormente esposto verso i creditori per importi nominalmente fissi e che l’inflazione tende a scoraggiare gli investimenti di medio e lungo termine. Per uscire un po’ dalla generalità bisogna rifarsi ai principi generali della determinazione del valore delle aziende e capire come l’inflazione impatta su ciascuno di essi.
Come noto, le sei determinanti del valore aziendale sono:
- Il tasso di crescita dei ricavi;
- La redditività operativa;
- Efficienza degli investimenti a supporto della crescita;
- Costo del capitale di rischio;
- Costo del capitale di debito;
- Il rischio di default aziendale.
1. Inflazione e tasso di crescita dei ricavi
La crescita dei ricavi come effetto dell’inflazione dipende dalla possibilità della singola azienda di “scaricare” sul cliente finale gli aumenti di prezzo come conseguenza dell’aumento dei costi o, semplicemente, come maggior attitudine del mercato ad accettare aumenti di prezzo in un contesto di prezzi generali crescenti. Questa possibilità dipende essenzialmente da:
- natura più o meno discrezionale dei consumi oggetto della domanda;
- struttura competitiva del mercato;
- regolamentazione del mercato;
- prassi commerciali sulla lunghezza dei contratti.
Aziende che:
- vendono beni/servizi discrezionali;
- operano in mercati molto competitivi;
- operano in mercati non regolamentati;
- operano in contesti dove prevalgono contratti con clienti a lungo termine.
sono potenzialmente più impattate negativamente delle altre.
2. Inflazione e redditività operativa
La redditività aziendale è impattata dall’inflazione in funzione dei seguenti drivers:
- capacità di generare valore aggiunto rispetto ai fattori produttivi acquistati all’esterno;
- incidenza percentuale sui costi totali dei costi legati alle cosiddette commodity.
Aziende che:
- producono basso valore aggiunto;
- con alta incidenza sui costi totali di costi per commodity (es. energia, materie prime alimentari);
sono potenzialmente più impattate negativamente delle altre.
3. Inflazione ed efficienza degli investimenti a supporto della crescita
La tipologia di investimenti che richiede lo specifico modello di business determina un diverso impatto dell’inflazione secondo:
- la maggiore o minore incidenza degli investimenti con ritorno a lungo termine;
- la possibilità di “uscire” dagli investimenti stessi.
Aziende che:
- hanno prevalenza di investimenti a lungo termine (capex);
- con rigidità in uscita dagli investimenti;
sono potenzialmente più impattate negativamente delle altre.
4. Inflazione e costo del capitale di rischio
Il costo del capitale di rischio è impattato dall’inflazione in queste sue determinanti:
- rischio di settore;
- rischio di paese.
Entrambe le dimensioni di rischio sono impattate negativamente (maggior rischio) dalla presenza di inflazione.
Aziende che:
- operano in Settori impattati fortemente dall’inflazione;
- operano in Paese impattati fortemente dall’inflazione.
sono potenzialmente più impattate negativamente delle altre.
5. Inflazione e costo del capitale di debito
Il costo del capitale di debito è impattato dall’inflazione in queste sue determinanti:
- stabilità e prevedibilità dei flussi di cassa positivi;
- grado di leva finanziaria.
Aziende che:
- hanno flussi di ricavi poco stabili e prevedibili;
- hanno “spinto” molto la leva finanziaria.
sono potenzialmente più impattate negativamente delle altre.
6. Inflazione e rischio di default aziendale
Il rischio di default aziendale è impattato dall’inflazione soprattutto in funzione di queste sue determinanti:
- posizione dell’azienda specifica rispetto al ciclo di vita aziendale tipico;
- grado di leva finanziaria.
Aziende che:
- sono in uno stadio iniziale della loro vita (start up);
- hanno “spinto” molto la leva finanziaria;
sono potenzialmente più impattate negativamente delle altre.
Il profilo aziendale ideale anti inflazione
Per contro, possiamo tracciare il profilo ideale di una azienda che affronta bene e, forse, può anche beneficiare di una forte inflazione; è un’azienda:
- Che opera in un settore poco competitivo;
- Possibilmente regolato;
- Con contratti a medio/breve termine;
- Ad alto valore aggiunto;
- Con bassa incidenza dei costi per commodities;
- Operante in paesi/settore meno impattati dall’inflazione;
- Matura;
- Poco indebitata.
Ovviamente avere tutto è impossibile e, come detto, le aziende che beneficiano di questo spiacevole aumento dei prezzi sono poche. Per chi non rientra in questo stretto cerchio di fortunati occorre agire subito con un approccio integrato che guarda al mercato, alle forniture e alla gestione interna per attutire il più possibile gli effetti negativi e, dove possibile, sfruttare anche qualche piccola opportunità.
Alessandro Canese
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Per approfondimenti si rinvia alle analisi del Professor Aswarth Damodaran,
dal quale ho attinto per scrivere questo articolo: https://www.youtube.com/watch?v=1u0sXj2ZTgk